La riabilitazione è prendersi cura di qualcuno non solo dal punto di vista fisico.

Ne avevo già parlato in un mio precedente articolo sul ruolo del fisioterapista.
Lavorando molto come fisioterapista nella zone di Roma Sud, in un quartiere popolare, mi sono capitati spesso pazienti anziani. La riabilitazione geriatrica non è per niente noiosa, contrariamente a quello che si possa pensare.

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foto di Dean Bradshaw

Di solito si intende con riabilitazione il recupero di una funzione compromessa, ma con l’età avanzata il discorso varia e di fa più complesso. Il vero obiettivo con gli anziani è proteggerne o ripristinarne l’identità personale e sociale poiché il loro equilibrio è delicatissimo.
In una persona giovane la fisioterapia è utilissima ma la reattività del corpo facilita il lavoro del terapista. Una persona anziana invece ha bisogno di sostegno e cura: stimolarli a raccontarsi, ascoltarli e nel frattempo vincere la loro pigrizia con dolcezza e polso. Insomma, un bel da fare!

Ci sono vecchietti arzilli che a novantanni ti chiedono perché non riescono più a farsi la passeggiatina mattutina sull’Appia Antica. Ci sono anche anziani stanchi che non hanno nemmeno più voglia di uscire di casa. E poi c’è qualcuno che passa l’ora di terapia a cantare le canzoni popolari romanesche.
Lavorare  con la terza età conferma che la vecchiaia di cura da giovani, ma che la volontà e lo spirito fanno la differenza. Un buon fisioterapista deve fare suo l’assunto che la vera cura è prendersi cura di loro come un familiare, ma collaborare con loro come un maestro.
Dal punto di vista più ampio e umano, la riabilitazione geriatrica da la possibilità di fare un viaggio nel tempo. Chiacchierando ho scoperto una parte del mondo da cui discendiamo direttamente ma che stentiamo a riconoscere. In più ho imparato ogni genere di stornello trasteverino… qualcuno mi vuole sfidare??? …Semo Romani, Trasteverini…semo signori, senza quattrini… 😀