La Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante (CIDP) è una neuropatia rara ( 1-7 casi su 100.000 adulti) ad andamento cronico recidivante o progressivo che si manifesta con debolezza sia prossimale che distale, riduzione o scomparsa dei riflessi di stiramento, talvolta associati a perestesie o alla perdita distale della sensibilità.
Ve ne parlo proprio perché è rara ma non è così infrequente avere in cura un paziente che ne è affetto.
La CIPD era nota e documentata sin dal 1890 grazie al lavoro del medico svizzero-tedesco Hermann Eichhorst, tuttavia la definizione e denominazione della patologia come Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante risale al 1975 grazie a Peter J. Dyck della Mayo Clinic negli Stati Uniti.
La caratteristica distintiva della CIDP è nella debolezza che si manifesta molto spesso sia prossimalmente e distalmente, a causa della distruzione della mielina lungo l’intera lunghezza dei nervi periferici. Vi è anche infine un coinvolgimento delle radici nervose, in contrasto con quello che avviene in molte polineuropatie acquisite. Riassumendo i segni e sintomi principali della Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante risultano essere:
- la debolezza sia prossimale e distale,
- l’insorgenza sub-acuta o cronica (maggiore di 8 settimane),
- l’areflessia.
In tutti i pazienti si presentano difficoltà nel cammino a causa del forte indebolimento degli arti inferiori. Spesso è proprio questo sintomo a portare il paziente dal medico: si manifestano infatti andatura impacciata e frequenti cadute e/o difficoltà nel rialzarsi da terra o allorché seduti. Tuttavia, non vi sono analisi specifiche rivelatrici per la CIDP.
Per la cura della Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante sono disponibili un ventaglio di possibilità simili a quelli per Guillen Barré (radicolo-polinevrite acuta), ma sono più numerose e più varie. Nelle linee guida per il trattamento della CIDP aggiornate nel 2010 dall’European Federation of Neurological Societies and the Peripheral Nerve Society viene stilato un elenco di raccomandazioni per una buona pratica clinica:
- All’inizio del trattamento si consigliano IVIg o corticosteroidi o plasmaferesi. Il paziente dovrebbe essere coinvolto nella decisione di quale terapia intraprendere in relazione ai risultati e agli effetti collaterali;
- Per il trattamento dopo il primo evento:
(1) Se il trattamento di prima linea è efficace, se ne consiglia il mantenimento. In caso contrario si dovrà scegliere un’alternativa;
(2) Sono fortemente raccomandati cura della persona, esercizio fisico, dieta, attenzione ad un sano stile di vita;
(3) Il dolore neuropatico dovrebbe essere trattato con i farmaci;
(4) A seconda delle esigenze del paziente, bisognerebbe considerare il supporto di ortesi, fisioterapia, terapia occupazionale, supporto
psicologico.
Come si evince dalle linee guida, non vi è un riferimento ad un eventuale progetto riabilitativo, una specifica nella tipologia degli esercizi fisici da eseguire, ne’ alle terapie fisiche auspicabili. La bassa frequenza con cui la Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante si manifesta ha reso difficile l’individuazione in letteratura di un protocollo riabilitativo efficace e documentato.
L’associazione più eminente in tal ambito è The GBS/CIDP Foundation International: fornisce aiuto e assistenza ai pazienti e alle loro famiglie. In un aggiornamento pubblicato da questa associazione, si specifica come praticare esercizi appropriati con la dovuta assistenza di un fisioterapista sia una componente essenziale di qualsiasi intervento su un paziente affetto da CIDP: questo perché non solo aumenta forza e resistenza, ma anche perché mantiene i muscoli nel corretto allungamento e incrementa funzionalità e mobilità.
Ecco una breve esemplificazione, tratta dalla rivista dell’associazione, degli esercizi proposti per contenere i sintomi della Polineuropatia Cronica Infiammatoria Demilienizzante.
Esercizi per gli arti inferiori in caso di CIDP
Gli esercizi suggeriti vanno effettuati in relazione alla capacità e alla forza del paziente.
Esercizio 1: Flessione dell’anca passiva o attiva assistita
Esercizio 2: Flessione attiva dell’anca in posizione laterale (a favore di gravità)
Esercizio 3: Flessione attiva dell’anca attiva da seduti (a gravità ridotta)
Esercizio 4: Flessione attiva dell’anca da supino (contro gravità)
Esercizio 5: Estensione attiva del ginocchio da seduto
Esercizio 6: Flessione dorsale attiva del piede
Esercizio 7: Flessione attiva della spalla
Esercizio 8: Flessione attiva dell’anca da prono (contro gravità)
Esercizio 9: Adduzione attiva dell’anca in laterale
Esercizi per gli arti superiori in caso di CIDP
Esercizio 10: Estensione attiva del polso
Esercizio 11: Flessione ed estensione attiva del gomito ( contro gravità)
Esercizio 12: Flessione attiva del gomito con un pesetto