A volte la vita ci coinvolge in situazioni così icastiche di cui è impossibile ignorare le implicazioni e la risonanza che hanno in noi…
Ed è così che la vita mi ha portato a conoscere la Signora Autostima, la ricevente con cui voglio innaugurare il mio blog e introdurvi nel mio mondo di operatrice shiatsu.

L’autunno del 2013 fu, e forse è tutt’ora, un periodo di grandi mutamenti personali che, partendo dal profondo della mia consapevolezza e del mio sentire, mi avevano portato a lasciare il lavoro, iscrivermi all’Università e focalizzarmi sulla cura e la riabilitazione. E’ stato un cambiamento molto forte che, seppur tenacemente desiderato, mi aveva destabilizzato perché mi aveva portato ad una vita ed a dei ritmi completamente nuovi: un periodo di certezze e incertezze, mescolate a gioia profonda e instabilità.
A ottobre 2013 diedi la mia adesione per partecipare al laboratorio dell’Istituto Europeo di Shiatsu con il Centro Sociale Anziani “Serafini Mancini”, al fine di trattare in un ciclo di 10 incontri una persona anziana aderente al centro: conobbi così la Signora Autostima.

Il futon
Il futon

Il primo incontro con lo shiatsu

La Signora Autostima arriva da sola, poco dopo un gruppo di altre vocianti signore. E’ una donna di circa 78 anni, molto piccola e un po’ appesantita dall’età. Ha due grandi occhi, ingigantiti dalle lenti astigmatiche, e aspetta di presentarsi con le mani congiunte sulla pancia. Ha  i capelli corti e lisci,  le gambe e le braccia più esili rispetto all’addome, e trasuda un po’ di imbarazzo ma vivo interesse. Si guarda intorno attenta, ma quieta come per non disturbare troppo: anche la posizione riparata che ha scelto nell’ingresso della scuola mi confermano questa immagine.  Le mani e i piedi sono nodosi e i suoi passi decisi ma leggeri. Quando mi faccio avanti, si presenta subito come una persona allegra, socievole e particolarmente curiosa circa l’attività che andremo a svolgere. Parla inizialmente a voce bassa, per diventare più squillante quando prende avvio il discorso. Quando ride lo fa portando la testa leggermente indietro e socchiudendo gli occhi. Un misto di preoccupazione e lieve imbarazzo mi sembra renda i suoi movimenti un po’ impacciati, ma ritengo che il suo atteggiamento sia dovuto alla situazione nuova.
Mentre la signora si sistema sul futon, senza volere in alcun modo il mio aiuto per chinarsi, scambio con lei chiacchiere colloquiali per cercare di metterla a proprio agio: noto che le piace sorridere e conversare. Al fine di soddisfare la sua curiosità, le illustro con più precisione la dinamica del trattamento e, brevemente, le caratteristiche dello shiatsu. Le chiedo garbatamente informazioni su di se’ e sul suo stato di salute: i suoi problemi sono connessi all’età ma decisamente non gravi. Ha la pressione alta tenuta a bada dai farmaci che prende quotidianamente, un po’ di periartrite al braccio destro e soffre di una diffusa osteoartrosi che le limita i movimenti e le provoca dolore.