Un punto di vista non convenzionale sulla professione di fisioterapista.

Il fisioterapista è una figura spesso sottovalutata, ma per chi si trova in un reale stato di bisogno è una figura molto apprezzata. Questo penso accada perché uno di quei professionisti che prende per mano fisicamente e metaforicamente il paziente quando si trova in difficoltà per un trauma subito, una malattia, un’operazione. Quello che realmente amo del mio lavoro, e che mi spinge anche a condividere la mia esperienza su questo sito, è la relazione che si crea: non è solo biomeccanica, ortopedia o fisiologia… ha a che fare con la mente, il corpo e il cuore.
Recentemente ho letto una frase di San Francesco che mi ha fatto pensare alla mia professione di fisioterapista e operatore shiatsu.

“Chi lavora con le sue mani è un lavoratore. Chi lavora con le sue mani e la sua testa è un artigiano. Chi lavora con le sue mani e la sua testa ed il suo cuore è un artista.” (San Francesco d’Assisi)

Ho sempre avuto una vena artistica sfociata in maldestri tentativi, fino a che non ho investito la mia sensibilità e la mia creatività nel lavoro manuale a conTatto con le persone: per questo forse sono rimasta colpita particolarmente dall’affermazione di San Francesco.
Non è solo poesia e spiritualità, e con spirito critico ve lo dimostro:

il fisioterapista lavora con mani, testa e cuore.

 © Nino Costa Fotografia
© Nino Costa Fotografia

Le mani

Le mani sono lo strumento essenziale del nostro lavoro, su questo non vi è dubbio alcuno. Il fisioterapista per compiere il suo lavoro tocca il paziente più volte e spesso proprio nelle zone dolenti o danneggiate. Quello che accade però è ancora più profondo poiché questo conTatto avviene in un momento in cui la persona ha una nuova esperienza del proprio corpo fatta di disagio e dolore.

Il fisioterapista si configura quindi come un aiuto esterno che con le proprie mani riporta il corpo più vicino possibile alla sua omeostasi, creando un rapporto con la persona e facendo leva sulla propria empatia. Attraverso le mani si fa terapia ma si crea anche un legame che il paziente trasforma attraverso il suo vissuto e la sua esperienza: questo fa si che un trattamento non sia mai uguale ad un altro.

Con le mani quindi il terapista costruisce una storia, come lo scrittore fa con il suo romanzo: il paziente, come il lettore, la recepisce e la trasforma per se stesso.

La testa

Ovviamente la testa è essenziale per questa professione sia per apprendere e aggiornarsi, che per scegliere il programma riabilitativo. Non si smette mai di studiare, ricercare, approfondire tanto è vasta la conoscenza del corpo umano e delle sue patologie. Inoltre è sempre bene tenere a mente le esigenze del paziente, ascoltarlo e usare tanto buon senso.

La fisioterapia è una branca della medicina che va applicata con rigore e responsabilità, intelligenza e… spirito creativo!
“Il cambiamento è il risultato finale del vero apprendimento.” (Leo Buscaglia) Solo una volta apprese tutte le regole e le nozioni scientifiche, è il momento di modularle applicandole al paziente e alla sua patologia. Niente può essere fisso in questa professione, ma bensì modulabile con ragionamento e responsabilità.
Usare la testa mentre si usano le mani in fisioterapia significa superare un approccio riabilitativo “monolitico”, modellandolo nel continuo e costante scambio con il paziente: la vera realizzazione dell’artista è creare delle leggi, non nel seguire quelle esistenti.

shiatsu contatto fisioterapista
© Nino Costa Fotografia

Il cuore

Le mani e la testa fanno parte della vera professionalità direte voi, ma il cuore in fondo come può realmente cambiare il lavoro riabilitativo? Ebbene lo trasforma perché da fondamento alle aspettative e alle speranze di cui il paziente investe il proprio terapista. Mettere il cuore nel proprio lavoro significa sempre aggiungere passione ed entusiasmo, in questo caso significa anche accrescere il calore e il conTatto umano in cui la persona in difficoltà ripone la propria fiducia. Rende possibile un legame che, sotto forma di ricordo, si protrarrà nel tempo e arricchirà l’esperienza personale di ognuno.

Testa, mani, cuore: questa professione per quel che mi riguarda coinvolge appieno tutto il mio essere perché in fin dei conti non è solo un lavoro.

Il fisioterapista è un artista.